Oggi è un giorno speciale, un giorno di sport, un giorno dove si festeggia l’uguaglianza e si abbattono le barriere. È arrivato il giorno dell’inizio delle olimpiadi, dove il motto “l’importante non è vincere ma partecipare” ha trovato la sua massima espressione e dove l’altruismo sportivo in passato ha toccato l’apice. Oggi qualcosa è cambiato e sta cambiando, l’agonismo ha destabilizzato le basi che Pierre de Coubertin aveva dato quando ha fondato i moderni giochi olimpici si sono perse alcune linee guida e l’altruismo sportivo è venuto meno.
Magari servirebbe uno sport come il padel che, come abbiamo sempre detto, ha nel suo DNA un forte spirito di condivisione. Purtroppo per noi i tempi sono lunghi direi biblici e difficilmente nei prossimi anni riusciremo a raggiungere le Olimpiadi. Prima di tutto mancano i requisiti tecnici, essere praticato in 75 paesi differenti in almeno 4 continenti per il maschile e 40 paesi e 3 continenti per il femminile, questo senza dubbio il punto cruciale su cui lavorare almeno se non come riconoscimento olimpico ma almeno di divulgazione.
Seconda fase, che da sempre lega lo sport alla legalità, è accettare il codice mondiale antidoping. Un passaggio che fa adottare delle regole e che impone la disciplina, pena la squalifica.
Terza fase: l’approvazione. Di solito sette anni prima delle olimpiadi.
Da non sottovalutare che per regolamento solo 28 sport possono accedere alle Olimpiadi e che questi “slot” sono tutti occupati, quindi, a meno che non aggiungano un 29esimo, dovremmo aspettare che qualcuno lasci la nave.
La cosa fondamentale, almeno in questa fase è diffondere questo sport con l’aiuto delle Federazioni, attualmente 27 nel mondo, con l’aiuto di organizzazioni private, e con l’aiuto dei circoli stessi.
Nel nostro caso specifico, l’Italia, ci si deve concentrare sul vivaio, crescere dei piccoli campioni è il futuro di ogni sport e sul padel questo manca. È importante fare business per rilanciare le strutture ma è ancora più importante creare il futuro e questo lo si fa solo partendo dai bambini. L’età media del padel va verso gli “anta” e questo fa bene al portafogli ma non allo sport, urge un cambio di tendenza!
E voi volete vedere il padel alle olimpiadi? Allora lavoriamo tutti insieme a questo obiettivo!
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